Riporto volentieri una interessante nota pervenuta da Michele d'Elia ed, a seguire, la mia risposta. LA DIASPORA DEI LIBERALI MENTRE TUTTI SI DICHIARANO LIBERALI I LIBERALI VERI SONO ALLO SBANDO Ieri Tra il 4 e il 6 febbraio del 1994, all’Ergife di Roma, si svolse il XXII ed ultimo Congresso nazionale del P.L.I. Lo avevamo pensato come il Congresso della rigenerazione ed invece fu il funerale del Partito. I becchini del P.L.I. ebbero partita vinta. Mentre la platea dei delegati discuteva fino all’alba del 5 febbraio sul futuro della Bandierina, alcuni capi bussavano con molta insistenza e poca dignità ad altre porte. Lo testimoniano le cronache di quei giorni; ma prima o poi ne scriveremo anche la storia. Dal partito nacque la Federazione dei Liberali (alla quale sono iscritto), che avrebbe dovuto infondere nuovo slancio ed entusiasmo ai liberali organizzati, e che da allora ha tenuto puntualmente ogni anno il suo Congresso. Il primo si svolse in provincia di Lucca dal 22 al 24 luglio dello stesso 1994. La Federazione, tanto al centro che alla periferia, si dotò degli organi di democrazia formale, che sono retaggio del liberismo. Ma il nuovo soggetto politico fu presto abbandonato da chi era approdato a più munifici lidi, specie di stile aziendalista; e, dopo i primi tempi, entrò in uno stato di depressione politico-organizzativa, che tuttora permane, specialmente al centro; essa divenne luogo esclusivo della spocchiosa Sinistra liberale. Le ultime elezioni europee, le amministrative del 1995 e le ultime politiche non ne videro l’affermazione, grazie a cavilli formali e ad operazioni di bassa macelleria, perpetrate dagli ”alleati” dell’Ulivo. A Milano ne sappiamo qualcosa. A sua volta il cosiddetto Centro-Destra, esaltato da una vittoria elettorale inattesa e vistosa, perse il contatto con la realtà ed il governo del Paese. Del resto, le vittorie vanno coltivate, opera impossibile senza una classe politica. Oggi, oltre il neonato P.L., i gruppi e i gruppuscoli che utilizzano l’aggettivo liberale non si contano più; per non parlare dei più grossi partiti, che si fregiano in maniera indebita dello stesso termine politico. Sulla scadente qualità di questo liberalismo basti ricordare una predica domenicale di Einaudi: “L’adesione unanime al principio significa dissenso effettivo ed altrettanto unanime”. Questo scrivevo su Nuove Sintesi, n.1 maggio 1998. Non tutti possono dirsi liberali, senza stravolgerne il senso. Un partito liberale di massa è un falso storico. Oggi Che fare, dunque? Semplice: tutti i liberali sappiano, insieme, individuare un terreno di confronto metapolitico, vale a dire culturale, in attesa che la volontà degli uomini e la oggettiva situazione politica italiana creino le condizioni di chiarezza, indispensabili per riorganizzare le forze e le energie disperse. Non sarà né facile né conveniente scalare l’erta che ci sta davanti, ma questa è l’unica strada degna della nostra storia e del nostro futuro. Prevengo l’obiezione e la domanda: se, nel frattempo, si debba o no “fare politica”; la risposta è fin troppo ovvia: si deve essere presenti e propositivi in campo politico, si deve essere liberali negli atteggiamenti concreti, nell’esercizio delle proprie responsabilità, per arrivare alla costituzione di un Partito Liberale Italiano, che sia erede di quello fondato a Bologna l’8 ottobre 1922, senza il quale la vita politica del Paese sarà zoppicante e rassegnata al grigiore ed alla incompetenza; stordita dal potere della politica per immagini e annunci, priva di sostanza, ormai da una quarantina d’anni. Ognuno deve esercitare quel diritto di critica, che oggi è soltanto un artifizio retorico, affinché il governo del Paese non si faccia più regime di quanto già non sia. In ciò fondamentale rimane il ruolo della stampa, che deve dare a tutti voce e spazio, per sostenere questa pedagogia politica. Gli italiani non si sono nutriti e non si nutrono solo di pane e nutella. Forza Italia si è ridotta a chiedere minuzzoli e molliche, come Berlusconi nel suo ventennio aveva preteso da chiunque. Nutella finita. La mia proposta di riunire i liberali sotto l’antico simbolo fu considerata assurda dai liberali benpensanti. Motivo: avendo costoro trovato ricetto altrove, per conservare il proprio scranno, se ce l’avevano; o guadagnarselo, passando in partiti monocratici e cosiddetti democratici, se non l’avevano. Mentre la mia proposta di partito veniva snobbata, nasceva un simulacro di PLI, per iniziativa di un ex parlamentare PLI, poi ex F.I., poi ex non so che … Fallimento elettorale conclamato. Anche nelle politiche del settembre 2022 sono apparse liste liberali, fallite anch’esse; chi sono? Il 19 giugno 1998 con pochi Amici, fondai l’Associazione Dei Liberali, con atto notarile. L’Art. 2 dello Statuto recita: “Finalità. L’Associazione non ha finalità di lucro. Essa è costituita da cittadini che si propongono di far valere nella vita politica il principio e il metodo delle libertà, quale supremo regolatore di ogni attività pubblica e privata. Essa intende raggiungere i propri fini culturali e politici attraverso l’elaborazione e la diffusione dei principi e delle mentalità liberali adottando in ogni caso il metodo della libera discussione e della critica propositiva. Gli aderenti all’associazione si impegnano ad attenersi alle decisioni della maggioranza, purché non ledano il principio della libertà. L’Associazione Dei Liberali fa propri i principi del “Manifesto liberale di Oxford del 1967”, dell’”Appello di Roma dell’Internazionale Liberale del 1981” e del documento “La società aperta”. Adotta il simbolo della bandiera tricolore rigida sormontata dalla scritta “Liberali europei”, su fondo azzurro”. Mi dissero che non serviva. Infatti: dopo ne spuntarono altre come funghi, che, pare, anche oggi sopravvivano. Per esempio: i Liberali; Competere; Destra liberale; Lodi Liberale; Associazione Liberal Forum, ultima nata. Operava ed opera, a Palermo, l’Associazione “Agorà Liberale”, che svolge un significativo ruolo culturale e politico; così come La Scuola di Liberalismo, a Roma. Il 26 novembre 2022 il Liberal Forum in un documento afferma: occorre formalizzare un “Decalogo politico di liberalismo”. Il 2 e 3 dicembre 2022 il Liberal Forum ha tenuto il suo Congresso a Milano. Del Decalogo non abbiamo notizia. Il Liberal Forum ha scelto Calenda e Renzi, cioè il “nulla politico” Constatata la rottura tra i due “nulla politico”, il 17 aprile 2023 il Liberal Forum diffonde un comunicato stampa, che comincia così: “Il Liberal Forum sostiene con fermezza e convinzione l’appello di Costa (Azione) e Marattin (Italia Viva) per un’immediata ripresa del confronto nell’area liberal democratica per la costituzione del partito unitario dei liberali e riformisti”. Abbiamo visto, anche di recente, come vota il Terzo Polo. I liberali passano dall’abbraccio mortale con F.I. a quello con Calenda e Renzi. Benedetto Croce: “Vorrei che quelli che si determinano ad iscriversi al Partito liberale facessero in quest’atto una seria meditazione su questo punto: che cioè il liberalismo ha una singolarità, che è l’unico partito di centro che si possa pensare. Per questa ragione esso non può dividersi in una destra e in una sinistra, che sarebbero due partiti non liberali. Naturalmente il Partito liberale esaminerà e discuterà sempre provvedimenti di sinistra e di destra, di progresso e di conservazione, e ne adotterà degli uni e degli altri, e, se così piace, con maggiore frequenza quelli del progresso che quelli della conservazione. Ma non può celare a se stesso questa verità, che la libertà si garantisce e si salva talora con provvedimenti conservatori, come tal’altra con provvedimenti arditi e perfino di progresso”. Dicembre 1951 Nulla da spartire con l’attuale vuoto al Centro, che si dimostra sempre più l’interstizio nel quale tentano di inserirsi nuovi personaggi, che si autodefiniscono liberali. Cambiare partito era un insulto all’elettore; oggi è prova di … intelligenza … I liberali, senza casa, si sono adeguati: F.I., P.D I., liste abborracciate; ad alcuni è andata bene ad altri no, ma finché c’è vita c’è speranza! Rimane un nucleo di incorrotti, che fa cultura; e solo quella. I principii non si annacquano. Domani? Chiedete agli aruspici liberali: prevedono tutto. Michele D’Elia - Presidente dell’Associazione Dei Liberali ------------------------------------------------------------------------------------------------ Caro Michele, LA VERA SCONFITTA DEL CAVALIERE LA TENTAZIONE DEL POPULISMO CHE LAMBISCE LA CHIESA Per un liberale, guardare oltre rispetto il comune sentire è una necessità. 25 dicembre 2022 Pasquale Dante ----------------- E' vero, oggi la misura di tutto è il successo, mai il merito. Si tratta di una attenta osservazione di Riccardo Mastrorillo cui cedo la prima pagina "rubata" alle pagine del periodico " non mollare" curato da Enzo Marzo insieme ad altri intellettuali e raggiungibile, per chi ama una visione gobettiana dell'idea liberale, tramite il sito " critica liberale". Per comprendere la inclinazione degli amici di "critica", basti ricordare che, di fronte alla prospettiva di una fucilazione da me recentemente paventata nel dichiararmi indisponibile a concedere il mio voto ad uno qualsiasi dei candidati espressione delle attuali forze politiche, mi hanno subito corretto precisando che avrebbero preferito l'esecuzione tramite ghigliottina. Il fatto che pur non essendo andato a votare sono ancora vivo è solo la conferma di una nostra evidente mancanza di mezzi per condurre, non solo epurazioni ma anche concreta attività politica.... ( P. Dante) L'Italia nelle mani della signora Meloni UN PAESE CHE DRAGHI NON PUO' GOVERNARE Non desidero esprimermi sulla vicenda Draghi: per un politico di razza basterebbe ribadire i punti fondamentali del programma politico da perseguire e chiedere la conferma della fiducia, lasciando ai Partiti la responsabilità per una eventuale crisi. Vedremo. 20 luglio 2022 Pasquale Dante E' con profonda tristezza che comunichiamo la scomparsa del caro amico liberale Livio Ghersi. Manterremo la pagina a Lui dedicata grazie ai tanti scritti filosofici che ci ha lasciato. Il Suo lavoro ed il Suo modo di essere sono stati espressione autentica di Fede e professione liberale.
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Grazie, innanzi tutto, per avere citato Agorà Liberale quale punto di riferimento per le riflessioni liberali ispirate al pensiero di Croce da Te opportunamente ricordato.
E' un errore fatale quello di voler comprimere l'idea liberale imponendole di stare dentro contenitori di destra, sinistra o centro.
Tuttavia, il come " rientrare in gioco" , impone una analisi complessa.
Volenti o nolenti, dobbiamo riconoscere che le formazioni liberali che operano in Europa e che aderiscono ad ALDE sono orientate politicamente sia a destra che a sinistra: sono tuttavia componenti strutturate, con una sicura dialettica interna fra maggioranza ed opposizione e con la consegunte possibilità di cambi al vertice, cambi che, a suo tempo, abbiamo registrato anche nel nostro P.L.I.
Qui in Italia occorrerebbe ripartire da zero, avere un Leader credibile e gradito a tutti, una Sede operativa con un responsabile organizzativo, creare delle strutture in periferia e, prima di tutto, raccogliere i fondi occorrenti per tenere in piedi il tutto oltre che per finanziare le campagne elettorali.
Di fatto, trattasi di una missione impossibile: che fare?
L'unica soluzione per l'oggi che mi pare praticabile, potrebbe essere quella di costituire una componente autenticamente ed autorevolmente liberale entro un contenitore che non sia populista o caratterizzato da accese coloriture politiche di destra o di sinistra. Escludendo i 5 stelle, ilPD, la Lega e Fratelli d'Italia, rimarrebbe da prendere in considerazione Forza Italia ed il Terzo polo contro il quale, vedo, Tu inveisci.
Riguardo Forza Italia - con o senza Berlusconi - c'è una incompatibilità che riassumo riportandomi alla sua genesi ed ad una narrazione dell'allora segretario regionale della DC siciliana il quale era rimasto sbigottito nell'apprendere che un personaggio, ritenuto dal suo Partito non idoneo alla candidatura al Consiglio Comunale di Palermo, era stato candidato da Forza Italia e subito eletto in Parlamento.
In Forza Italia la scelta delle candidature prescinde dalle capacità e segue logiche incompatibili con il nostro modo di intendere e praticare la politica.
Il terzo polo si fonda sulla credibilità di Renzi e di Calenda, e qui farei una netta distinzione.
Renzi è un soggetto imprevedibile, abituato a scorrettezze politiche e privo di quel rigore comportamentale ispirato ad etica e lealtà, al quale i Liberali danno primaria importanza.
Calenda avrebbe potuto essere un accettabile punto di riferimento per i Liberali se non avesse deciso di allearsi con Renzi e se non avesse deciso di di accettare la costituzione di un " terzo polo" che, per i motivi da Te brillantemente riassunti, è la negazione della ragion d'essere dei Liberali, abituati a tutto tranne che all'essere identificati entro un confine definito e chiuso alla possibilità di optare per scelte di destra o di sinistra secondo necessità ed opportunità.
Il progressivo imbarbarimento dei rapporti umani, agevolato da un uso massivo e poco intelligente dei social, sta creando un crescente distacco fra la parte ancora sana della popolazione e la Politica, ormai espressione emblematica di quel processo di degrado che cresce velocemente sulle ali dell'ignoranza e della superficialità.
Il 40% degli elettori che si rifiuta di andare a votare, fra i quali mi annovero, è costituito in massima parte da persone per bene, incapaci di reperire, fra i candidati, un serio, onesto, credibile, preparato punto di riferimento.
Se Calenda avesse colto il disagio che ho segnalato, implorando il ritorno all'impegno politico delle migliori personalità che operano nel Paese, non in nome di un "terzo polo" ma in nome del rispetto per la grandezza dell'impegno politico, dicendolo apertamente e guardandosi bene del fare comunella con Renzi e la sua corte, avrebbe fatto qualcosa di utile per il Paese ed avrebbe dato una qualche speranza di sopravvivenza anche per noi Liberali, magari quale componente autonoma di quel progetto.
Il Sito di Agorà Liberale ospita scritti spesso di segno opposto ma sempre sorretti da motivazioni attente e sincere, ma non è tutto: l'essere Agorà Liberale membro di diritto del Movimento Europeo, grazie all'interessamento di Valerio Zanone e di Beatrice Rangoni, mi ha dato il pesante fardello del pagamento del costo annuale d'iscrizione che da oltre 10 anni sostengo personalmente, ma mi ha dato anche l'opportunità di designare 4 componenti l'Assemblea scegliendoli in autorevolezza, e, fortunatamente, ricevendo tanta disponiblità.
So che anche Tu ti sacrifichi e sostieni spese non indifferenti: Ti prego di andarne orgoglioso perchè la traccia di un serio impegno politico, oggi più che mai, la si lascia fuori dal Parlamento.
Troverai la Tua lettera e questo mio riscontro nella prima pagina di Agorà.
Un abbraccio,
Pasquale Dante
Non ho mai incintrato Silvio Berlusconi: anzi, ho evitato di incontrarlo nonostante l'invito a passare, armi e bagagli, dal PLI a Forza Italia ricevuto da Egidio Sterpa, al quale ero vicino e che non dimenticherò mai.
Al Suo cospetto, come al cospetto di altri quali Malgodi, Valitutti, Zanone, avevo chiara la complessità e l'importanza dell'idea liberale: di Berlusconi mi interessava davvero poco e, per altro, cominciavo a ritenerlo l'unico responsabile dello scioglimento del P.L.I.
Se avesse creduto davvero nell'idea liberale, si sarebbe iscritto al Partito e, acquisita dimestichezza con il nostro pensiero, avrebbe potuto comprendere la irrealizzabilità di quella corbelleria che è l'idea di un partito liberale di massa o l'idea di una alleanza con le destre.
La sua Forza Italia crebbe nei consensi spinta da un significativo supporto economico e da proposizioni populiste e consentì momenti di gloria all'interessato ma si sgonfiò per delusione degli elettori, esattamente come accaduto all'Uomo qualunque di Giannini prima ed ai Cinque Stelle di Grillo Di Maio Di Battista e Conte, dopo.
In un Paese che è capace di offrire consensi plebiscitari a Mussolini, impiccandolo poi per strada per avere perduto una guerra acclamata da tutti a Piazza Venezia e dintorni, praticare il populismo per giungere alle più alte cariche Istituzionali è un gioco da ragazzi: è il dopo che è difficile da gestire.
Se a Berlusconi sono stati concessi il funerale di Stato ed il lutto nazionale ciò è dovuto al doveroso segnale di attenzione riservato dal Governo ad uno dei leader dei Partiti che lo sostengono, ed è classicamente italiana quella bandiera a mezz'asta imposta anche alle caserme della Guardia di Finanza, come se la gestione fiscale del Defunto dovesse assurgere a modello da seguire per tutti gli Italiani.
Però, a molti era rimasto simpatico, e nell'odierno traccheggio dei social bande di imbecilli si trastullano insultandosi a proposito di tanto onore concesso alla salma.
Per quanto mi riguarda il Cavaliere, non avendo condotto studi su Croce ( per tacere fra gli altri di Einaudi, Freidman, Nozick, Popper, von Hayek, von Mises, Lord Acton, Bastiat, Constant, Smith e perchè no, Gobetti Salvemini Mazzini e Spadolini...), avrà avuto difficoltà a comprendere che la concezione autoritaria non è semplicemente immorale ma " di altra ed inferiore morale, sorgente sopra altri ed inferiori presupposti teoretici, e, come tale, vede la sua diretta nemica nella concezione liberale, contro cui è sempre convulsa di odio e di paura e procura sempre d'infliggerle tutto il danno che può, non cessando di avventarle strali avvelenati e di chiamare a raccolta in sua offesa i malcontenti della più diversa sorta, profittando di ogni difficoltà nella quale la scorga impigliata. A ragione, perchè l'opposizione fra le due è irremissibile in quanto non volge sopra cose particolari che ammettono pratici compromessi, ma sulle cose ultime, che non ammettono compromessi, come contrasto che è di Religioni nel quale quella liberale ed immanente si annunzia all'autoritaria e trascendente in aspetto di giustiziera e seppellitrice...." ( Croce - Elementi di Politica - il prespposto filosofico della concezione liberale - 1924 ).
A scriverlo sui social, che per altro non frequento, non ci penso nemmeno, mi basta ricordare Montanelli che scrisse essere in tanti a pensare di Berlusconi come un novello Churchill o De Gaulle affermando anche che il vero problema era dovuto al fatto che Berlusconi ci credeva davvero.
Fatto sta che a nessuno, fra i giornalisti ed intrattenitori Rai e Mediaset d'oggi, strapagati ( quelli Rai anche a mie spese), o fra i politici oggi di moda, Schlein in prima fila, sia passato per la mente di chiedere alla signora Meloni, non se è nostalgica del fascismo ma cosa ne pensa di Croce ( si potrebbe cominciare proprio da lui) per capire, infine, cosa ha rappresentato davvero Silvio Berlusconi, ovvero tutto, tranne che la concezione liberale della Politica per non parlare del modo di stare in Politica.
Tanto premesso, e messa da parte la Politica ed il modo di stare in Politica, la perdita di una vita umana, con o senza bandiere abbrunate, è sempre una sconfitta.
14 Giugno 2023 Pasquale Dante
Rimanere estranei ai sentimentalismi ed alla retorica non produce consenso, lo sappiamo bene, ma l'osservazione dei fenomeni con spirito critico ed indipendente è patrimonio genetico che consente, fra l'altro, un valido elemento di selezione, come afferma Franco Chiarenza, fra quanti affermano d'essere liberali non essendolo e quanti lo sono senza saperlo.
E' naturale che il fenomeno dell'immigrazione clandestina susciti commozione per le sofferenze e le tante morti in mare, anche di bambini o adolescenti.
Incurante di ciò, qualcuno mugugna imputando ai nuovi arrivati alla civiltà occidentale colpe che non vale neppure la pena qui riassumere, tuttavia, a parte l'angoscia ed il dolore per tante morti innocenti, ciò che fa rabbia è la strumentalizzazione politica del fenomeno che lambisce anche la Curia.
Leggo oggi, che è il giorno di Natale, che esiste una sorta di Presepe itinerante, ove la Madonna, San Giuseppe e forse anche il Bambin Gesù portano un giubbotto di salvataggio.
Iniziativa estemporanea e marginale verrebbe da dire, ma non è così.
Leggo infatti che anche l'Arcivescovo di Palermo, nella Sua odierna Omelia, si è preoccupato di assimilare la vicenda che porta al Natale, ed alla nascita del Redentore, a quella dei richiedenti asilo, usando queste testuali parole: " Quante volte i media riportano la notizia e le immagini di bambini nati mentre una madre attraversa il Mediterraneo su un barcone stracolmo di migranti? Quante volte abbiamo sentito e continuiamo a sentire che una donna è costretta a vivere la gioia della maternità all’addiaccio, ristretta in un campo di profughi, in un alloggio di fortuna, bloccata alle frontiere innevate dell’Europa civilmente e culturalmente evoluta? "
Al primo impatto con le parole dell'alto prelato non se ne comprende la reale portata, tuttavia, a ben riflettere, esse esprimono un pericoloso ed inatteso avvicinamento al populismo da parte delle gerarchie ecclesiastiche.
Il Papa emerito, Uomo profondamente colto, penso che non avrebbe tollerato.
Come dimenticare il sacrificio, non solo dei Santi bruciati vivi per avere rifiutato di rinnegare Dio, ma anche i Sacerdoti e le Suore recentemente puniti con la morte in terra di missione.
Come dimenticare le tante stragi volute da altre fedi e, sopra tutto, come osare attribuire, di fatto, alla Madonna la qualifica di "impura" con la quale si appella ogni donna occidentale e non, per il solo fatto di vagare a capo scoperto?
Da liberale, poco attento alle imperscrutabili valutazioni di ordine Teologico, ho voluto consultare la Treccani per capire sino in fondo il concetto di Redenzione, tanto caro ed in uso presso la Religione Cattolica, ed ecco il risultato:"Nella dottrina cristiana le parole r. e riscatto si applicano specialmente all’opera di r. compiuta dal redentore Gesù Cristo a favore dell’umanità per liberarla dal peccato di Adamo: le due nozioni di peccato originale e di r. dipendono l’una dall’altra e sono alla base della concezione cristiana del mondo. A causa del peccato originale infatti tutti gli uomini si trovano, in rapporto alla vita soprannaturale per la quale erano stati creati, in uno stato di morte e, in rapporto a Dio, in uno stato d’inimicizia e di rivolta, essendosi fatti schiavi del male. La r. assicura pertanto agli uomini la riconquista della vita soprannaturale, il loro rientro nell’amicizia divina. L’insieme di questi benefici è il frutto dell’intervento in loro favore di Cristo."
Credo ci sia poco da aggiungere, salvo il precisare che il soccorso e l'assistenza ai richiedenti asilo è fuori discussione perchè sta, non solo nel concetto stesso di redenzione come lotta al male ed alla sofferenza che esso determina, ma perchè sta nel nostro Credo e nelle nostre consapevolezze occidentali riguardo il dovere di solidarietà umana, a condizione di tenere ben distinte le abitudini ed a debita distanza le interferenze sul modello di convivenza sociale che è un nostro patrimonio fatto di rifiuto della crudeltà, della violenza, della reazione e della discriminazione.
E' vero che anche la nostra Religione pone dei limiti ai credenti, si pensi alle battaglie che è stato necessario condurre per il divorzio per l'aborto, per la libera espressione degli orientamenti sessuali, ma, a parte il fatto che molti non credenti condividono razionalmente in tutto o in parte gli anzidetti limiti, è innegabile che la nostra civiltà si è sviluppata seguendo gli insegnamenti - tornando alla Treccani - di distacco dal peccato e dalla schiavitù nei confronti del male.
Non è possibile identificare la madre del Redentore con una richiedente asilo, non solo perchè costei della Redenzione non ha mai sentito parlare ma, sopra tutto, poichè costei, erroneamente, ritiene lo scafista l'unico strumento di salvezza, non per l'umanità, ma per se stessa e per la propria prole.
Per i sedicenti progressisti e per i sedicenti conservatori, è facile dare un giudizio prognostico sul governo Meloni: pessimo per i primi, eccellente per i secondi. Per un liberale le cose si complicano.
Dal dopoguerra sino ad oggi, mai abbiamo avuto un governo guidato da un esponente della destra e, a parte la parentesi del boom economico degli anni 60, non mi pare che il centro sinistra abbia fatto grandi cose.
Ci sarebbe tanto da scrivere, tuttavia, in estrema sintesi, la percezione che si ha di questo odierno consesso democratico è percepibile andando per le strade dove è possibile verificare il grado di cortesia, disponibilità, pazienza e rispetto delle regole da parte dei cittadini tutti, nessuno escluso ed a prescindere dal ceto sociale.
E' superfluo io enunci tutte le strabilianti assurdità nei comportamenti che registriamo giornalmente, una fra tante, la crescente abitudine di tenersi a pochi centimetri di distanza dall'auto che precede in autostrada, lampeggiando per chiedere di farsi da parte al malcapitato che occupa la corsia di sinistra in quanto impegnato in sorpasso.
A tanta stupida grettezza corrisponde sempre la proprietà di una automobile che corre di brutto e che costa ormai quasi la metà di un piccolo appartamento.
E' impossibile che tanta stupida grettezza, come tante altre, fra le quali utilizzare il clacson non appena il semaforo passa al verde, sia compatibile con la ricchezza quale frutto di sofferta attività professionale, imprenditoriale ovvero di emolumento elargito ai ceti impiegatizi dirigenziali in ogni settore.
Personalmente, non ho mai ravvisato i tratti della sofferenza causata dalle responsabilità sui volti dei guidatori adusi alle succitate ridicole e spesso anche pericolose abitudini, ed anzi, spesso, ho notato la giovane età di tanto fastidiosi concittadini.
Ebbene, il centro sinistra, spianando la strada ad evasori, trafficanti e spacciatori di droga, ladri, corruttori e concussi, ha spinto il Paese a votare a destra.
Fatto sta che la destra non ha certo voglia di impoverire i ricchi e, anche volendolo, non ha strumenti per porre freno al malcostume dilagante che oggi è l'unica fonte di ricchezza possibile.
L'onesta povertà rimarrà tale e quale e, nella perseverante disperazione, gli unici posti di lavoro reperibili saranno, sempre di più, quelli offerti dalla criminalità organizzata.
Tanto premesso, se il mio pensiero sul governo del Presidente Meloni non vi avrà convinto, neppure dopo avere letto le censure al Governo Draghi che avevo pubblicato e che lascio a seguire, potrete sempre valutare le tradizionali opposte analisi di stampo liberale leggendo i discordanti commenti di Franco Chiarenza e Livio Ghersi.
Basterà solo cliccare sulle pagine a loro dedicate su questo sito.
Pasquale Dante
Ciò su cui desidero esprimermi riguarda il Paese, ormai irrimediabilmente fuori dai confini di uno Stato effettivamente democratico.
La classe politica e' costantemente derisa e non ha alcuna credibilità.
Non siamo riusciti a recuperare un successore al Presidente della Repubblica e, personalmente, senza voler mancare di rispetto al Capo dello Stato, credo che una strigliata al CSM dopo il caso Palamara, sarebbe stata indice di reale attaccamento alle Istituzioni e capacità operativa: viceversa nulla, il silenzio assoluto.
In pochi credono ancora nella Giustizia, tanto costosa quanto lenta nel civile e nel penale: come Avvocato, posso segnalare il totale fallimento dell'Istituto della Mediazione, che rallenta l'iter del processo civile e la ossessionante sequenza di riforme e ritocchi ai Codici ed alle innumerevoli leggi speciali che rendono impossibile un serio approccio con la professione Forense.
Il servizio sanitario nazionale dovrebbe assicurare a tutti un intervento salvifico anche per i non abbienti, e se così fosse davvero, sarebbe cosa buona e giusta.
Sta di fatto che, in attesa del turno per gli innumerevoli esami prescritti dai vari medici, il paziente non abbiente rischia di ritardare la cura, con effetti spesso letali.
C'è certamente tanto lavoro presso gli Ospedali e le varie strutture sanitarie, ma possibile che nessuno abbia compreso la gravità dei tanti comportamenti irresponsabili che portano gli autori e purtroppo spesso anche le loro vittime innocenti ad intasare i pronto soccorso?
Altro è acquisire una patologia senza colpa, altro è essersela procurata ed avere posto a rischio anche l'altrui incolumità: in questi casi, subito dopo avere salvato la vita anche ai molti incoscienti, sarebbe opportuno mandare al responsabile ovvero ai responsabili il conto da saldare per tutte le cure occorse, e bisognerebbe anche smetterla di pensare che colui il quale sfreccia a velocità inaccettabili in auto o in moto sia un poveretto privo di mezzi, o che lo siano i criminali, spesso spacciatori, che si affrontano ferendosi in colluttazioni o che mandano in ospedale le vittime dei reati loro ascrivibili.
Persino i genitori sono spesso responsabili per tanti accadimenti che impegnano le strutture sanitarie, per una incomprensibile superficialità nel rapporto educativo - formativo e per la totale libertà d'azione che consentono ai minori: sono in vertiginoso aumento i crimini perpetrati da minori, sono tanti, chiassosi e portatori di evidenti segni di immaturità, i gruppi di ragazzi che circolano nottetempo in Città, tanti gli stupri che vengono perpetrati dopo un fugace incontro presso locali notturni e davvero troppa la disattenzione di molti genitori in relazione all'andamento scolastico dei figli.
La disgregazione sociale aiuta il processo di necrosi della nostra convivenza democratica: si registra un costante aumento di omicidio fra coniugi e/o conviventi, spesso a causa dei social e di messaggi che lasciano traccia di tradimenti oggi usuali ma inconcepibili per tanti disadattati incapaci di condurre, in modo civile, la fine di una relazione: ci sono poi anche genitori che uccidono figli e viceversa, fatti di sangue, questi, che lasciano esterefatti in quanto in aperto conflitto con le leggi della natura che anche gli animali rispettano.
La corruzione dilaga ed è ormai la regola: la criminalità organizzata è da anni considerata fenomeno endemico poichè nessuno pensa che una attenta ispezione da parte dell'Esercito presso tutte le abitazioni di tutti i quartieri delle grandi città ed a seguire dei centri mnori, nessuno escluso, toglierebbe dalla circolazione gran parte delle armi utilizzate a scopo criminale, identificando gli affiliati ad associazioni di malaffare e, sopratutto, salvando centinaia di vite umane.
Confesso che Valerio Zanone, cui ebbi a confidare questi miei pensieri anni addietro, ebbe a redarguirmi spiegandomi che l'intervento dell'Esercito avrebbe dato all'Europa ed al mondo intero l'impressione di un Paese in stato d'assedio. Credo tuttavia, che il mantenere in vita una parvenza di legalità, limitando l'opera delle Forze dell'Ordine al controllo dei soliti noti, ovvero dei pochi che tentano di vivere onestamente, sia un esercizio decisamente inutile ed offensivo per chi ha deciso di indossare una divisa per pereguire i disonesti e non solo gli onesti.
Andiamo adesso al nodo cruciale della questione, ovvero a ciò che mi ha spinto a mettere nero su bianco questi miei pensieri.
Nel disastro appena descritto, assistiamo ad un repentino cambiamento dello stile di vita.
Tutto è ormai dettato dal sesso.
Poco meno di venti anni addietro, quando avevo ancora 50 anni, ipotizzavo che solo mio figlio avrebbe potuto osservare donne pressocchè nude in circolazione: mi sbagliavo, poichè proprio oggi, a Palermo dove vivo, ho potuto osservare una ragazza, probabilmente straniera, intenta a passeggiare con una gonnellina a maglie tanto larghe da mostrare apertamente il lato B, coperto solo da una striscia verticale.
Sarebbe successo, prima o poi, e non sarò certo io a sconfessare il sacrosanto diritto della donna a vestirsi o svestirsi come meglio crede, anche quando tutto spingerebbe a non mettere in mostra cosce e sederi di dimensioni stratosferiche.
Non sarò certo io a replicare la protesta della suora allibita che ha separato, proprio oggi, due donne intente a baciarsi durante le riprese di un film, domandando " cosa state facendo.... cosa state facendo...".
Non sarò certo io a denunciare la stupidità dei gay pride, è un problema di chi soffre realmente la propria diversità e non ritiene certamente, da persona intelligente, di poter dimostrare che trovarsi in disarmonia con il sesso avuto da madre natura debba spingere tutti a considerare normale l'accoppiamento omosessuale: può accadere, ma ben altro è fare in modo che ciò accada.
E fare in modo che ciò accada è il costante impegno, da qualche anno a questa parte, di tutti i mezzi di intrattenimento e di comunicazione che seguono a ruota la stupidità dei gay pride, ponendo in contrapposizione le legittime aspettative di una moltitudine LGBT ( e non aggiungo altro), con il ribrezzo di una fetta della società dipinta come falsa e retrograda.
Ho detto LGBT senza aggiungere altro, e non l'ho detto a caso, poichè fra quell'altro non detto, che non merita certo legittime aspettative, esiste anche la pedofilia, il sesso estremo e tante altre pratiche cui quella fetta di società falsa e retrograda guarda con preoccupazione.
Valerio Zanone diceva sempre che, sotto le lenzuola di casa propria, ciascuno avrebbe dovuto essere libero di praticare lo sport preferito, ed aveva perfettamente ragione, specie quando aggiungeva che, in ambito omosessuale, sarebbe stato opportuno evitare gli sponsali.
Bene, tornando all'incipit, sappiamo adesso che in un contesto sociale come quello appena descritto, domani il Presidente Draghi dovrà prendere una decisione.
Sinceramente, a me sembra che, qualunque essa possa essere, il nostro destino sia ormai segnato da altro, ovvero da tutto quello di cui non si discute e da tutto quello che si omette di fare per la paura di perdere consenso.
Non sarà il PNRR o il reddito di cittadinanza a segnare le sorti di un Paese che ha perso la capacità di indirizzo politico e che è alla mercè di una classe politica pavida che, prima di proferire parola, consulta il vangelo di questo ventunesimo secolo, ovvero il parere di quanti, non avendo altro da fare o da leggere, esprimono inevitabili corbellerie sullo scibile umano.
Se nel Paese manca un riferimento liberale, ciò non dipende dall'eccesso di apparente libertà che ne rende superflua l'esistenza.
Le pratiche liberali sono finalizzate alla creazione di un contesto sociale aperto, ma non alla stupidità o alla superficialità sibbene alle cose serie, alla Giustizia che funziona, alla Sanità che funziona, alla Pubblica Amministrazione che funziona, alla repressione delle bande criminali, alla tutela delle minoranze a condizione che le stesse non abbiano in animo di distruggere la maggioranza, alla tutela del buon senso, dell'onestà e della lealtà nell'esercizio di ogni attività lavorativa e, sopratutto, nell'esercizio della più nobile fra le attività che, sino alla fine degli anni 70 del secolo scorso, era quella politica. Non credo che Draghi abbia avuto o abbia in animo di affrontare tutto quanto precede e quindi ritengo il 20 luglio 2022, purtroppo, un giorno come tanti altri.
Dopo l'indecoroso spettacolo offerto dai "leader" di Partito in n. 5 votazioni, dopo la processione dei capi gruppo al Quirinale, ma sopratutto dopo la telefonata di Draghi, il Presidente ha cambiato idea. Ciò significa che il Paese non dispone di alcuna alternativa al Presidente Mattarella e che questi non ne fosse a conoscenza. Meraviglioso.
Quirinale: ciò che Berlusconi non ha capito -
Mentre tutta Italia è in attesa di sapere se il Cavaliere sarà o non sarà il candidato del centro destra al Quirinale, l'esperienza politica induce ad alcune riflessioni. Draghi non ha fatto mistero d'essere interessato all'elezione della più alta carica dello Stato, e, conseguentemente, è l'avversario che Berlusconi teme. Il Cavalire avrebbe potuto metterlo all'angolo con una semplice dichiarazione, quella della rinuncia alla candidatura, ma con un chiaro avvertimento: quello della contemporanea decisione di ritenere chiusa, per il caso di dimissioni di Draghi dovute alla sua elezione al Quirinale, l'esperienza del Governo tecnico. Se è vero ciò che si apprende per strada e non quello che riportano i media circa la popolarità di Draghi, di Speranza, di Bianchi e del Governo in generale le elezioni anticipate porterebbero il centro destra alla sicura vittoria sul centro sinistra, che sarebbe probabilmente una iattura, ma lo è anche un Parlamento che da anni non rappresenta più il reale consenso dei cittadini, e non solo in relazione al peso politico dei 5 stelle. In ogni caso, il fatto che nessun politico del centro destra abbia suggerito al Cavaliere i passi da compiere per raggiungere un o dei due obiettivi ( elezione del Cavaliere o Governo di cento destra ) facilmente perseguibili date le preoccupazioni dei parlamentari grillini, il reale indice di gradimento del Governo ed il malcontento che serpeggia fra gli elettori a causa della evidente illogicità nella scelta dei rimedi imposti contro la pandemia e del trascinamento del Paese verso una catastrofe economica, lascerebbe supporre, per fortuna, che la parentesi governativa del centro destra non durerebbe a lungo. Se poi un miracolo riuscisse a diradare la nebbia che avvolge le scelte politiche degli Italiani, avvicinandoli all'idea liberale, si starebbe tutti meglio, anche perchè sarebbe impossibile far peggio di quanto propinatoci da un Governo che acomuna destra, centro e sinistra con relativi supporti mediatici di riferimento.
22.01.2022 Pasquale Dante
L'Ansa ha pubblicato oggi un video che ritrae il Presidente Draghi al momento del voto.
La prima immagine che si vede è quella di un ragazzo seduto al tavolo degli addetti alle operazioni di voto, in pantaloncini corti.
Il Presidente Draghi entra e nessuno si alza in piedi.
Esce e nessuno si alza in piedi.
Nessuno lo accompagna alla porta.
Probabilmente gli astanti non hanno compreso la gravità del loro comportamento, perfettamente in linea con la gretta superficialità del Paese.
Il problema è che anche il Presidente del Consiglio, allonanandosi con un sorridente "ciao" al giovanotto con i pantaloncini corti rimasto seduto al suo posto di lavoro ed incurante, non ha ritenuto di ritrarsi, invitare la scorta ad informare il Presidente del Seggio riguardo le norme elementari di comportamento in casi quali quello in esame e porre rimedio ad una offesa così grave, non alla sua persona ma alle Istituzioni.
Ha capito tutto..... presto lo vedremo al Quirinale dove i commessi, lautamente remunerati, al suo passaggio continueranno a leggere il corriere dello sport.
03 ottobre 2021 Pasquale Dante
Toglieteci tutto, tranne il superfluo.
Sappiate bene che ciscuno di noi è liberissimo di tenersi la malaria, la febbre dengue e persino l'apparente innocua influenza.
Eppure, come pubblicato dalla rivista Science Translational Medicine, pare che dette patologie, insieme alla tubercolosi ed alla HIV portino al decesso circa tre milioni di persone ogni anno oppure, se preferite, al decesso di circa 8000 persone al giorno.
Ciò premesso, visto che grazie alle cure mediche ci siamo lasciati alle spalle i camion con centinaia di bare e visto che, dimenticando quei giorni, la popolazione ha ripreso un ritmo di vita regolare insistendo per la riapertura persino di stadi e discoteche onde evitare non la pandemia... ma che una moltitudine di cantanti e sopratutto calciatori rischino di perdere i lauti guadagni di una volta, è necessaria una riflessione ispirata alla logica.
Il green pass esclude il contagio? Pare proprio di no, tuttavia il vaccinato ha minori possibilità di ritrovarsi in terapia intensiva.
Bene, la logica sugerisce che il non vaccinato, per i maggiori rischi, abbia ad usare ogni cautela per evitare di contrarre l'infezione.
Rinuncierà allo stadio, ai concerti all'aperto e sopratutto al chiuso, non andrà in discoteca, si asterra anche dal frequentare cinema e musei ed anche se in Chiesa rimarrà l'obbligo per le donne di tenere il capo coperto e d'essere decentemente vestite, il nostro essere umano non vaccinato, si limiterà all'ascolto via radio della Liturgia domenicale, di " ascolta si fa sera" e di ogni intrigante discorso del Sommo Pontefice, astenendosi dal recarsi a piazza S. Pietro.
Premesso quanto precede, ci piacerebbe comprendere la logica, da una parte, dei divieti imposti a quanti impegnati a scansare il virus e dall'altra, della libe